Giochi di
ruolo, laboratori e apprendimento
cooperativo. Sono alcune delle azioni che il Consorzio Scu.Ter mette in
campo per sensibilizzare i più giovani sui rischi del gioco d’azzardo.
In particolare Ida Poli Società
cooperativa, Cadiai e Open Group,
partner del Consorzio, e Carovana Onlus lavorano all’interno del “Piano
distrettuale per il contrasto al gioco d’azzardo patologico”
dell’Unione Reno Galliera, dopo l’aggiudicazione di un bando nel 2019.
Il
progetto, rivolto ai comuni del distretto Pianura est, riguarda
prevalentemente la fascia più giovane della popolazione e prevede la
realizzazione di una serie di attività nelle scuole – sia primarie che
secondarie di primo e secondo grado – e nei luoghi di aggregazione
giovanile extrascolastica, come i centri di aggregazione giovanile e i
consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze.
“I più giovani devono acquisire la
consapevolezza che,
per quanto veicolato dal marketing di settore come passatempo innocuo,
il gioco d’azzardo è vietato per legge ai minori e che l’utilizzo di
strumenti tecnologici come compagni di gioco toglie tempo e spazio al
mantenimento ed allo sviluppo dei rapporti sociali con gli altri
”,
spiega Marco Tullio, di Ida Poli Società cooperativa, capofila del
progetto.
Le
attività variano a seconda della fascia di età. I più piccoli sono
coinvolti in laboratori ludico-ricreativi, giochi di cooperazione e
attività manuali che valorizzano il gioco come attività libera e
disinteressata, per i più grandi invece si usano metodi didattici
che
stimolano una partecipazione attiva: su tutti l’apprendimento
cooperativo – che alterna discussioni collettive a lavori di gruppo,
sempre finalizzate a raggiungere obiettivi comuni – e il gioco di
ruolo, che simula situazioni di vita per riconoscere comportamenti
problematici o patologici. Si affrontano insieme anche esercizi
di
potenziamento delle competenze matematico-probabilistiche per
decostruire il mito della “fortuna” nel gioco d’azzardo.
Nelle scuole secondarie di primo grado, i
momenti più interattivi
vengono alternati a momenti di lezione frontale. Fuori dal contesto
scolastico, i ragazzi potranno soprattutto partecipare a laboratori
radiofonici e di media education.
Il piano
prevede anche alcune azioni destinate agli adulti, per fornire
loro criteri di lettura del fenomeno e per riflettere sul tema della
dipendenza, in modo da favorire comportamenti responsabili e
intercettare eventuali situazioni problematiche.
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